La paura, quale emozione basilare dell’essere umano, riveste un ruolo evolutivo cruciale nel garantire la sopravvivenza e la protezione individuale. E’ fondamentale, entro un percorso di psicoterapia, comprendere la complessità di questa emozione, esplorandone le origini evolutive e fornendo strategie per la gestione consapevole, senza pregiudizi, quando questa emozione è diventata pervasiva e ci ostacola in più aree di funzionamento del quotidiano.
La paura, essendo un meccanismo di difesa innato, è radicata nelle esperienze evolutive umane, contribuendo alla sopravvivenza delle specie. Il sistema nervoso ha sviluppato risposte istintive di allarme per segnalare potenziali minacce, un adattamento che ha favorito la sopravvivenza delle generazioni.
Quando, tuttavia, abbiamo la sensazione che sia fondamentalmente la paura a orientare i nostri pensieri, a dirigere i nostri comportamenti, a caratterizzare le nostre decisioni e a influenzare le nostre relazioni in modo preponderante, vale senz’altro la pena di esplorarne le ragioni, cercando, per così dire, di disattivare alcune reazioni automatiche per poter scegliere comportamenti più funzionali a obiettivi importanti per la persona. Molto spesso, infatti, a partire dalle nostre prime esperienze di vita, il nostro sistema nervoso tende a tararsi su scelte comportamentali e reazioni difensive inopportune nel presente, che solo un tempo hanno garantito la sopravvivenza nel proprio ambiente di nascita. Se durante la prima infanzia e nel periodo successivo siamo stati esposti a esperienze di accudimento di tipo traumatico o il caregiver non è stato in grado di garantire cure sufficientemente adeguate, sintonizzate e di supporto, allora potremmo aver sviluppato una tendenza automatica a difenderci, entro alcune relazioni e interazioni, e una narrazione di sé e del mondo impregnata dalla paura.
Entro un lavoro e un percorso di psicoterapia, dunque, è fondamentale distinguere la paura fisiologica, come vissuto fondamentale per la sopravvivenza, da risposte disfunzionali, disregolate, che nascono sulla base di antiche esperienze e interpretazioni del mondo.
Nel complesso e ricco panorama degli interventi di psicoterapia esistono alcune strade trasversali agli approcci orientate a una gestione consapevole delle emozioni.
Incoraggiare la consapevolezza emotiva è un primo passo cruciale. Aiutare il paziente a riconoscere e accettare la propria paura senza giudizio permette una comprensione più profonda delle radici di questa emozione. Attraverso l’analisi delle origini specifiche della paura, la terapia può contribuire a identificare emozioni, convinzioni, narrazioni, modelli di pensiero e comportamento che potrebbero essere collegati a esperienze passate, facilitando il processo di superamento. L’applicazione, poi, di tecniche di ristrutturazione cognitiva e lo sviluppo di uno sguardo compassionevole nei confronti della propria parte spaventata, aiuta ad accogliere con amorevolezza questa emozione, a modificare schemi di pensiero distorti o eccessivamente negativi associati alla paura, favorendo una percezione più realistica e adattativa delle situazioni.
L’integrazione di pratiche di mindfulness e di self-compassion favorisce la consapevolezza e la capacità di accogliere il momento presente, riducendo l’ansia anticipatoria e promuovendo la gestione attiva della paura.
In sintesi, la paura, sebbene radicata nelle origini evolutive della specie, quando diventa un comportamento disfunzionale e pervasivo, può essere gestita in modo efficace attraverso l’approccio psicoterapeutico. Promuovendo la consapevolezza emotiva, esplorando le origini, imparando un approccio self-compassionate e applicando strategie cognitive, la terapia offre un quadro completo per la gestione della paura senza pregiudizi, favorendo così un equilibrio psicologico duraturo.