Quando un’adolescente ha bisogno di uno psicologo

Quando un adolescente ha bisogno di uno psicologo?

L’adolescenza rappresenta una fase cruciale dello sviluppo umano, caratterizzata da profondi cambiamenti neurobiologici e psicologici. Durante questo periodo, il cervello subisce un’intensa riorganizzazione, con un aumento della plasticità sinaptica e una maturazione delle strutture corticali e sottocorticali. Non a caso si definisce l’adolescenza una seconda nascita. Questi cambiamenti, che interessano principalmente la corteccia prefrontale, responsabile della pianificazione, del controllo degli impulsi e della presa di decisioni, sono correlati a una maggiore vulnerabilità emotiva e a una ricerca di identità personale. L’adolescenza classicamente intesa, che generalmente si estende dai 10 ai 19 anni, pone sfide uniche sia per gli adolescenti che per le figure adulte che li circondano.

Mentre la maggior parte degli adolescenti naviga attraverso questa fase con relativa facilità, una percentuale significativa può incontrare difficoltà che richiedono un intervento psicologico professionale. La complessità di questo periodo di vita, unita alla rapida evoluzione del contesto sociale e tecnologico in cui gli adolescenti moderni si trovano immersi, rende particolarmente importante l’identificazione precoce dei segnali di disagio psicologico.

Come capire se un adolescente ha bisogno di uno psicologo?

L’adolescenza contemporanea

L’adolescenza contemporanea si distingue significativamente da quella delle generazioni precedenti, principalmente a causa dell’avvento dell’era digitale e dei profondi cambiamenti socio-culturali degli ultimi decenni. Gli adolescenti di oggi, spesso definiti “nativi digitali”, si trovano ad affrontare sfide uniche che richiedono un’attenzione particolare da parte di professionisti della salute mentale, educatori e genitori.

Una delle differenze più evidenti riguarda l’impatto pervasivo della tecnologia e dei social media. Mentre gli adolescenti del passato costruivano la propria identità principalmente attraverso interazioni faccia a faccia e esperienze nel mondo fisico, i giovani di oggi navigano in un complesso panorama digitale che influenza profondamente la loro formazione identitaria, le relazioni sociali e l’autostima. La costante esposizione sui social media può portare a fenomeni come il confronto sociale esacerbato, la paura di essere esclusi (FOMO – Fear Of Missing Out), e la pressione per mantenere un’immagine online “perfetta”. Questi fattori possono contribuire all’aumento di ansia, depressione e disturbi dell’immagine corporea.

Inoltre, l’accesso illimitato alle informazioni, se da un lato offre opportunità di apprendimento senza precedenti, dall’altro espone gli adolescenti a contenuti potenzialmente dannosi o inappropriati per la loro età. La difficoltà nel discernere informazioni affidabili da fake news può generare confusione e ansia.

Un altro aspetto distintivo è la crescente consapevolezza e preoccupazione per questioni globali come il cambiamento climatico, l’instabilità politica e le disuguaglianze sociali. Mentre gli adolescenti del passato potevano essere più focalizzati su preoccupazioni locali o personali, i giovani di oggi spesso si sentono sopraffatti da problemi di portata mondiale, contribuendo a un senso di impotenza e ansia esistenziale.

La struttura familiare e sociale in evoluzione rappresenta un’ulteriore sfida. L’aumento di famiglie monoparentali, ricomposte o con genitori dello stesso sesso, così come la maggiore accettazione della diversità di genere e orientamento sessuale, offre opportunità di crescita ma può anche generare complessità nella formazione dell’identità e nelle dinamiche familiari.

Il contesto educativo e professionale è un altro ambito di significativo cambiamento. La pressione per eccellere accademicamente e prepararsi per carriere in un mercato del lavoro in rapida evoluzione può generare stress cronico e burnout precoce. La consapevolezza che molti lavori del futuro non esistono ancora aggiunge un elemento di incertezza e ansia.

Infine, la pandemia di COVID-19 ha introdotto ulteriori sfide, accelerando la digitalizzazione dell’istruzione e delle interazioni sociali, ma anche aumentando l’isolamento e l’incertezza sul futuro.

Mentre gli adolescenti di ogni epoca hanno dovuto affrontare sfide legate alla loro fase di sviluppo, quelli contemporanei si trovano a navigare in un panorama significativamente più complesso e in rapida evoluzione. Ciò richiede approcci innovativi nella prevenzione e nel trattamento dei problemi di salute mentale, che tengano conto di queste nuove realtà e forniscano agli adolescenti gli strumenti necessari per sviluppare resilienza in un mondo sempre più interconnesso e mutevole.

Segnali e indicatori di rischio negli adolescenti

Da una rassegna in letteratura sui principali database accademici in ambito psicologico, psichiatrico e di salute mentale degli adolescenti, è possibile identificare e categorizzare diversi indicatori chiave che suggeriscono la necessità di intervento psicologico negli adolescenti. Questi indicatori non solo forniscono una base per il riconoscimento precoce dei problemi, ma offrono anche insight sulle aree di vita più frequentemente colpite dal disagio psicologico in questa fascia d’età:

  • Cambiamenti significativi nel rendimento scolastico: Un improvviso calo delle prestazioni accademiche, difficoltà di concentrazione persistenti o un disimpegno marcato dalle attività scolastiche possono essere segnali di problemi sottostanti come ansia, depressione o disturbi dell’apprendimento non diagnosticati.
  • Isolamento sociale persistente: Il ritiro da amicizie precedentemente significative, la riluttanza a partecipare ad attività sociali o familiari, e la preferenza eccessiva per l’isolamento possono indicare difficoltà nelle competenze sociali, ansia sociale o l’inizio di disturbi più gravi come la depressione.
  • Disturbi del sonno o dell’alimentazione prolungati: Cambiamenti significativi nelle abitudini del sonno (insonnia, ipersonnia) o nei comportamenti alimentari (restrizione calorica, abbuffate) possono essere sintomi di stress, ansia o l’inizio di disturbi specifici come l’anoressia o la bulimia.
  • Comportamenti autolesionistici o pensieri suicidi: Qualsiasi forma di autolesionismo o espressione di ideazione suicidaria richiede un’immediata valutazione e intervento professionale, in quanto rappresentano gravi rischi per la salute e la vita dell’adolescente.
  • Abuso di sostanze: L’uso ricorrente di alcol, droghe o altre sostanze può indicare tentativi disfunzionali di far fronte allo stress o a problemi emotivi sottostanti, e richiede un intervento tempestivo per prevenire la dipendenza e altri problemi di salute.
  • Sintomi persistenti di ansia o depressione: Preoccupazioni eccessive, paure irrazionali, tristezza prolungata, perdita di interesse nelle attività precedentemente piacevoli o cambiamenti significativi nell’umore possono essere segni di disturbi d’ansia o depressivi che necessitano di valutazione professionale.
  • Comportamenti aggressivi o violenti ricorrenti: Esplosioni di rabbia frequenti, comportamenti intimidatori verso coetanei o familiari, o atti di violenza possono indicare difficoltà nella regolazione emotiva o problemi più complessi come disturbi della condotta.
  • Difficoltà nelle relazioni interpersonali: Conflitti ricorrenti con familiari e coetanei, incapacità di mantenere amicizie o relazioni romantiche, o pattern di relazioni disfunzionali possono suggerire problemi nelle competenze sociali o disturbi della personalità emergenti.

L’intervento psicologico precoce può avere un impatto significativo non solo sulla risoluzione dei problemi immediati, ma anche sulla traiettoria di sviluppo a lungo termine dell’individuo. In particolare, diversi studi longitudinali hanno evidenziato come un supporto psicologico adeguato durante l’adolescenza possa prevenire la cristallizzazione di pattern comportamentali e cognitivi disfunzionali, riducendo il rischio di disturbi mentali in età adulta.

Cambiamenti neurobiologici e psicologici nell’adolescente

Dal punto di vista neurobiologico, l’adolescenza è caratterizzata da un rimodellamento sinaptico significativo. La corteccia prefrontale, che continua a svilupparsi fino ai vent’anni, è cruciale per le funzioni esecutive, il controllo degli impulsi e la pianificazione a lungo termine. La maturazione del sistema limbico, che include strutture come l’amigdala e l’ippocampo, contribuisce all’aumento della reattività emotiva e della ricerca di nuove esperienze  .

Parallelamente ai cambiamenti cerebrali, gli adolescenti affrontano sfide psicologiche importanti. L’elaborazione dell’identità personale, l’autonomia dai genitori e l’integrazione nel gruppo dei pari sono compiti evolutivi centrali. La complessità di queste sfide può portare a conflitti interiori e interpersonali, aumentando il rischio di sviluppare disturbi psicologici.

La crisi adolescenziale: evoluzione fisiologica o segnale di sofferenza?

La crisi adolescenziale è un fenomeno fisiologico legato ai compiti evolutivi propri di questa fase della vita. Tuttavia, è essenziale distinguere tra una crisi evolutiva e un vero e proprio arresto dello sviluppo, che può segnalare una sofferenza psicologica profonda.

Un adolescente può manifestare sintomi di disagio emotivo attraverso comportamenti come isolamento sociale, calo del rendimento scolastico, disturbi alimentari, abuso di sostanze o comportamenti autolesionistici. Questi segnali, come abbiamo visto, richiedono un intervento psicoterapeutico mirato, in grado di offrire supporto e strumenti per affrontare le difficoltà.

La genitorialità contemporanea: sfide e opportunità

I genitori di oggi si trovano a fronteggiare sfide impegnative in un contesto sociale sempre meno solidale e più esigente in termini di produttività e status. La ricerca della felicità dei figli è diventata un obiettivo primario, ma può portare a dinamiche relazionali che faticano a stabilire limiti chiari e autorevoli.

La tendenza a vedere i figli come un prolungamento narcisistico del sé può complicare ulteriormente il ruolo genitoriale, rendendo difficile bilanciare affetto e disciplina. Questo scenario richiede ai genitori di sviluppare nuove competenze comunicative e relazionali, capaci di fornire ai figli un sostegno adeguato e favorire la loro autonomia.

La genitorialità contemporanea deve affrontare anche la sfida di educare i figli all’uso consapevole dei media digitali e dei social network, che possono avere un impatto significativo sulla salute mentale degli adolescenti .

Approcci di cura e trattamenti

Il trattamento della sofferenza adolescenziale da parte di uno psicologo, richiede un approccio flessibile e personalizzato, in grado di rispondere alle diverse esigenze e problematiche dei giovani pazienti. Le principali tipologie di intervento psicologico e psicoterapico includono:

1. Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT): È una delle terapie più efficaci per il trattamento dei disturbi d’ansia e della depressione negli adolescenti. La CBT aiuta i giovani a identificare e modificare pensieri e comportamenti negativi, migliorando la regolazione emotiva e le capacità di coping. La CBT è anche utile nel trattamento dei disturbi del comportamento alimentare e dei disturbi ossessivo-compulsivi.

2. Terapia dialettico-comportamentale (DBT): Originariamente sviluppata per il trattamento del disturbo borderline di personalità, la DBT è efficace anche per gli adolescenti con comportamenti autolesionistici, ideazione suicidaria e problemi di regolazione emotiva. La DBT combina tecniche di mindfulness, regolazione emotiva, tolleranza allo stress e efficacia interpersonale.

3. Psicoterapia psicodinamica: Questo approccio esplora le dinamiche inconsce e i conflitti interiori che influenzano il comportamento e le emozioni dell’adolescente. È particolarmente indicata per giovani con difficoltà relazionali, problemi di identità e sintomi depressivi cronici. Integrata con tecniche di mindfulness e compassion-focused therapy, la psicoterapia psicodinamica può migliorare la consapevolezza e l’autocompassione.

4. Terapia familiare: La terapia familiare coinvolge i membri della famiglia nel processo terapeutico, aiutando a migliorare la comunicazione, a risolvere i conflitti e a sostenere l’adolescente nel suo percorso di crescita.

5. Terapia di gruppo: Partecipare a gruppi terapeutici può offrire agli adolescenti un senso di appartenenza e di supporto tra pari. La terapia di gruppo è efficace per trattare disturbi d’ansia, depressione, disturbi alimentari e problemi di autostima, poiché permette ai giovani di condividere esperienze simili e di imparare gli uni dagli altri.

6. Interventi basati sulla mindfulness: Le tecniche di mindfulness, come la meditazione e la consapevolezza del respiro, sono utilizzate per ridurre lo stress e migliorare la regolazione emotiva. La mindfulness è spesso integrata con altre forme di terapia, come la CBT e la terapia psicodinamica, per potenziarne gli effetti terapeutici.

7. Terapia focalizzata sulla compassione (CFT): Questo approccio aiuta gli adolescenti a sviluppare un atteggiamento di compassione verso se stessi e gli altri, riducendo l’autocritica e promuovendo il benessere emotivo. La CFT è particolarmente utile per giovani con problemi di autostima, depressione e ansia.

In alcuni casi, la sola psicoterapia può non essere sufficiente per trattare la sofferenza adolescenziale, soprattutto quando i sintomi sono particolarmente severi o invalidanti. In queste situazioni, può essere indicato affiancare al lavoro psicoterapeutico una terapia farmacologica, valutata da uno specialista. Sintomi depressivi che interferiscono significativamente con la vita quotidiana o disturbi d’ansia severi nonché disturbi del comportamento alimentare ne rappresentano alcuni esempi.

Inoltre, in alcuni casi potrebbe essere importante riconoscere i segnali che indicano la necessità di un intervento urgente, rivolgendosi a un pronto soccorso, ad esempio in presenza di:

1. Ideazione o tentativi suicidari: Qualsiasi espressione di intenzioni suicidarie, minacce di suicidio o tentativi di togliersi la vita richiede un intervento immediato. La valutazione e la gestione del rischio suicidario sono essenziali per prevenire comportamenti autolesionistici fatali.

2. Comportamenti autolesionistici gravi: Se l’adolescente ha compiuto atti di autolesionismo che hanno provocato ferite significative (ad esempio, tagli profondi, overdose di farmaci o avvelenamento), è necessario un trattamento medico immediato. Anche in assenza di ferite gravi, il pronto soccorso può essere un punto di partenza per una valutazione psichiatrica urgente.

3. Disturbi alimentari con complicazioni mediche: Nei casi di anoressia nervosa o bulimia nervosa in cui sono presenti complicazioni mediche serie, come disidratazione grave, squilibri elettrolitici, bradicardia, ipotermia o svenimenti, è essenziale un trattamento ospedaliero per stabilizzare le condizioni fisiche e avviare un percorso di cura appropriato.

4. Episodi di violenza o aggressività incontrollata: Se un adolescente manifesta comportamenti violenti o aggressivi verso se stesso o gli altri che non possono essere gestiti in sicurezza a casa o in altri contesti, è necessario un intervento di emergenza. Il pronto soccorso può fornire una prima valutazione e, se necessario, un ricovero in un’unità di psichiatria per adolescenti.

5. Sintomi psicotici acuti: La comparsa improvvisa di sintomi psicotici, come allucinazioni, deliri, paranoia grave o disorganizzazione del pensiero, richiede un intervento immediato. Questi sintomi possono indicare un disturbo psicotico incipiente o una crisi acuta di un disturbo mentale preesistente.

6. Overdose o intossicazione da sostanze: Qualsiasi sospetto di overdose o grave intossicazione da alcol o droghe necessita di un trattamento medico urgente per prevenire danni permanenti o la morte. Il pronto soccorso può fornire il trattamento necessario e avviare un percorso di disintossicazione e supporto.

7. Episodi di panico o ansia acuta inarrestabile: Sebbene gli attacchi di panico e l’ansia intensa possano spesso essere gestiti in ambito ambulatoriale, episodi estremamente severi che non si risolvono con le misure di primo soccorso (come il rilassamento e la respirazione controllata) possono richiedere un intervento urgente per alleviare i sintomi e garantire la sicurezza dell’adolescente. In ogni caso, la decisione di portare un adolescente al pronto soccorso dovrebbe essere presa in collaborazione con un professionista della salute mentale, se possibile. Tuttavia, nei casi in cui vi è un rischio immediato per la vita o la sicurezza, non bisogna esitare a cercare aiuto medico urgente.

In ogni caso, riconoscere i segnali di sofferenza psicologica in un adolescente e intervenire tempestivamente con un approccio terapeutico adeguato è fondamentale.

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Alessandro Ciardi
Psicologo, Psicoterapeuta Milano

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