Economia, dal greco “oikonomía”, letteralmente significa “regola, amministrazione della casa”. Questo termine ci invita a riflettere su un principio fondamentale, che qui vorrei meglio articolare: l’economia non è soltanto uno strumento per creare e gestire ricchezza ma piuttosto un insieme di regole e pratiche volte a gestire in modo efficiente e sostenibile le risorse del sistema al sevizio del quale si pongono, sia esso una famiglia, una comunità o un’intera nazione. La finalità ultima dell’economia dovrebbe essere quella di promuovere lo sviluppo armonico di un sistema, rispettandone le risorse e i limiti, mettendosi dunque, al servizio dei bisogni e degli scopi del vivente.
Affinché l’economia possa realmente servire la vita, essa non può limitarsi ad analizzare meccanismi di produzione e consumo, ma deve integrarsi con altre discipline che si occupano della comprensione più profonda delle esigenze della vita umana e dei sistemi naturali.
Un’economia rispettosa dei limiti: il ruolo dell’ecologia
L’ecologia, come disciplina che studia le relazioni tra gli esseri viventi e il loro ambiente, offre all’economia un quadro di riferimento essenziale per comprendere i limiti entro i quali l’attività economica può svolgersi senza compromettere l’equilibrio del sistema vivente. Ogni ecosistema, come ogni organismo vivente, ha risorse limitate e richiede equilibrio per mantenersi nel tempo. Uno sfruttamento eccessivo delle risorse di un sistema non solo ne minaccia la capacità di rigenerazione ma mina anche le basi stesse della vita su cui l’attività economica si fonda.
Per ecologia qui non intendo soltanto la disciplina comunemente intesa ma, più in generale, uno sguardo che aiuta a comprendere le caratteristiche, le funzioni e i bisogni insiti e radicati in un certo contesto e che, proprio a partire da questa lettura e analisi, ci consenta di comprendere come sviluppare modi coerenti e armonici di interagire e di costruire all’interno di quel sistema.
Pertanto, l’economia che ne discende deve necessariamente tener conto dei principi ecologici per promuovere uno sviluppo che sia sostenibile nel lungo periodo. Le decisioni economiche, come la gestione delle risorse, la produzione e il consumo, devono rispettare la capacità di carico degli ecosistemi, evitando modelli di crescita illimitata che portano all’esaurimento delle risorse presenti. Solo se lo sguardo e l’agire della scienza economica va in questa direzione cioè si mette al servizio dei sistemi viventi noi potremo evitare non solo il degrado ambientale ma anche certe forme di degrado morale.
La centralità della vita
Oltre all’ecologia, così come qui intesa e riformulata, l’economia deve considerare le caratteristiche e le esigenze biologiche e fisiologiche degli esseri umani. Gli individui, come ogni essere vivente, hanno necessità fondamentali per la loro sopravvivenza, tra cui cibo, acqua, aria pulita, rifugio e salute. Tuttavia, soddisfare questi bisogni di base – e sarebbe già moltissimo – non è sufficiente per garantire una vita pienamente significativa.
Un’economia che si limita a soddisfare solo i bisogni materiali riduce gli esseri umani a semplici macchine biologiche. Al contrario, per essere realmente al servizio della vita, l’economia deve garantire non solo la sussistenza materiale, ma anche il benessere psicologico e sociale degli individui. Ciò implica un sistema economico che favorisca l’accesso all’istruzione, alla cultura, alla sicurezza e alla partecipazione attiva alla vita sociale e politica.
La dimensione metafisica dell’economia
Qual è lo scopo ultimo dell’attività economica?
Un’economia al servizio della vita non può ignorare il fatto che gli esseri umani sono esseri dotati di coscienza, capaci di riflessione e di aspirazione verso qualcosa di più grande della semplice sopravvivenza. Le discipline che si occupano dell’essere che qui, per semplicità, accomuno sotto il termine metafisica, come le discipline filosofiche, religiose e spirituali – ma anche, in una certa quota, il lavoro della psicoterapia se si intende l’essere umano come una unità bio-psico-sociale e spirituale – ci insegnano che il senso della vita non si esaurisce nella dimensione materiale. L’essere umano ricerca un senso di appartenenza, di connessione con gli altri e con l’universo, e di realizzazione del proprio potenziale interiore. L’economia, dunque, deve riconoscere e facilitare questi aspetti trascendenti dell’esistenza.
Un’economia al servizio della vita è dunque un’economia che tiene conto dell’ecologia, delle necessità biologiche e fisiologiche degli esseri umani, ma anche dei bisogni di senso e significato che trascendono la pura dimensione materiale. Si tratta di un approccio integrato, che riconosce che l’essere umano vive all’interno di un sistema complesso, fatto di relazioni tra individui, tra comunità e tra esseri viventi e ambiente.
Solo un’economia che riconosca l’interconnessione tra queste dimensioni può promuovere uno sviluppo che sia veramente sostenibile, armonico e rispettoso della vita in tutte le sue forme. Questa visione invita a ripensare le nostre priorità, superando l’idea che la crescita economica infinita sia l’obiettivo finale, e ponendo invece al centro l’obiettivo di una vita significativa e dignitosa per tutti.
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario un cambiamento di paradigma: dall’economia orientata esclusivamente al profitto e alla crescita materiale, a un’economia che si pone come strumento al servizio della vita e dello sviluppo del potenziale umano, in equilibrio con l’ambiente e con le dimensioni più profonde della nostra esistenza.
AlessandroCiardi
Psicologo, Psicoterapeuta Milano
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