L’ascolto nella coppia

Quando il conflitto diventa la modalità e il linguaggio predominante all’interno di una coppia, il rischio più grande non è solo la separazione fisica, ma una distanza emotiva e psicologica che può sembrare insormontabile. In questo contesto, la capacità di ascolto empatico non è solo una competenza da riguadagnare e affinare, ma un ponte essenziale per riconciliare le parti e riattivare il dialogo. La terapia di coppia offre strumenti concreti per trasformare una comunicazione difensiva e reattiva in una comunicazione comprensiva e costruttiva – ovviamente, una terapia di coppia è possibile ed efficace da un lato se una coppia c’è, nel senso di una storia fondativa e un desiderio e investimento legati al noi; dall’altro nella misura in cui le problematiche personali di un partner non siano a tal punto intense da pregiudicare in modo sostanziale la possibilità di un dialogo (rispetto a questo, si veda più avanti nell’articolo).

L’ascolto reattivo: un ostacolo alla comprensione

Molte coppie in crisi vivono in uno stato di ascolto reattivo, in cui ogni parola pronunciata dall’altro viene filtrata attraverso il bisogno di difendersi o contrattaccare. In effetti, l’ascolto autentico – sempre una conquista e un punto di arrivo – consiste nel tentare di ascoltare per comprendere, non per difendersi. Si potrebbe spingersi ad affermare che l’ascolto autentico consiste nel prestare ascolto correndo anche il rischio di non capire. La nostra reattività può essere spiegata a più livelli, tra cui, a livello neurofisiologico, dalla teoria della regolazione emotiva di Paul Gilbert, secondo cui, semplificando, il nostro sistema di minaccia – deputato a intercettare segnali di sicurezza e minaccia in un contesto e nelle relazioni – si attiva di fronte a percezioni di attacco o critica. In questo stato, la mente si focalizza sulla protezione del sé, riducendo drasticamente la capacità di empatia e apertura. Il risultato è una spirale di incomprensioni e recriminazioni.

La consapevolezza dei propri trigger e il dialogo interno

Un elemento cruciale per migliorare l’ascolto è sviluppare una consapevolezza personale rispetto ai propri trigger emotivi. I trigger sono quegli stimoli che attivano risposte automatiche, spesso legate a vissuti passati irrisolti. Il meccanismo della proiezione, descritto da Sigmund Freud e approfondito a più riprese in sviluppi e approfondimenti a lui successivi, avviene quando attribuiamo inconsciamente all’altro emozioni o giudizi che appartengono in realtà a noi stessi. Ad esempio, un partner può percepire una critica dove non esiste, semplicemente perché la propria insicurezza interna proietta sull’altro un senso di inadeguatezza personale, confondendo qual è la fonte di quella critica.

Diventare consapevoli di questi meccanismi è essenziale per interrompere il ciclo di incomprensioni. La mindfulness, applicata al dialogo interno, aiuta a osservare i propri pensieri senza giudizio, consentendo di rispondere invece che reagire. Un dialogo interno più gentile e compassionevole verso se stessi riduce l’attivazione difensiva da parte del nostro sistema nervoso e aumenta la capacità di ascolto empatico.

Tecniche psicocorporee per radicarsi nel presente

Radicarsi nel qui e ora è un prerequisito per ascoltare con presenza autentica. Tecniche psicocorporee come la respirazione consapevole e il grounding possono aiutare a regolare il sistema nervoso e creare uno stato di calma interna. La respirazione lenta e profonda stimola il nervo vago ventrale, favorendo uno stato di sicurezza e apertura sociale secondo la teoria polivagale di Stephen Porges.

Il grounding, o radicamento, è una pratica che consiste nel portare l’attenzione alle sensazioni corporee, come sentire i piedi ben piantati a terra o concentrarsi sul contatto con una sedia. Queste tecniche aiutano a spostare l’attenzione dal passato o dal futuro al momento presente, creando le condizioni per un ascolto più profondo e non reattivo.

La relatività delle convinzioni e l’accettazione delle differenze

Un altro ostacolo comune all’ascolto empatico è la rigidità delle proprie convinzioni. Molte coppie entrano in conflitto perché ciascun partner assume che il proprio sistema di valori sia universale e corretto. Tuttavia, ogni individuo costruisce le proprie convinzioni sulla base di esperienze uniche, il che significa che due persone possono avere visioni diverse della stessa realtà senza che una sia intrinsecamente ‘sbagliata’.

Accettare che esistano diverse scale di valori è fondamentale per creare uno spazio di dialogo rispettoso. La filosofia esistenziale di Jean-Paul Sartre ci ricorda che ‘l’inferno sono gli altri’ solo quando cerchiamo di imporre la nostra verità agli altri. In terapia, spesso si lavora sull’idea che esistono e vanno considerate le ragioni di entrambi e la ragione non è solo di uno dei due, per aiutare le coppie a trovare un terreno comune anche nelle differenze.

Motivi di disallineamento nella coppia

Esistono, in estrema sintesi, diversi motivi che possono portare al disallineamento e rendere difficile il dialogo in una coppia:

  1. Aspettative non comunicate: Molte coppie sviluppano aspettative implicite che, se non esplicitate, possono diventare fonte di risentimento.
  2. Differenze nei bisogni emotivi: Alcuni partner cercano sicurezza e stabilità, mentre altri possono desiderare maggiore autonomia e novità.
  3. Stili di attaccamento diversi: Gli stili di attaccamento, come descritto da John Bowlby, influenzano profondamente il modo in cui i partner si relazionano nelle situazioni di stress.
  4. Conflitti sui ruoli: Le differenze nelle aspettative sui ruoli di genere o familiari possono creare tensioni.
  5. Traumi irrisolti: Esperienze traumatiche pregresse, se non elaborate, possono emergere nel contesto della relazione e ostacolare la comunicazione.
  6. Mancanza di tempo e attenzione: La vita quotidiana può diventare così frenetica da lasciare poco spazio per il dialogo profondo e l’ascolto reciproco.

Ricostruire il dialogo come spazio di cura

Il dialogo, una volta trasformate premesse e modalità, intenzioni e tonalità, può diventare uno spazio di cura e riparazione. E’ fondamentale contribuire a creare uno spazio sicuro in cui l’altro possa esprimersi senza timore di essere attaccato o giudicato. Questo spazio permette alla coppia di esplorare le proprie vulnerabilità e ferite, facilitando il processo di guarigione – diventa uno spazio creativo, di autenticità e ricerca, esplorazione e gioco, proprio perché si gode della sicurezza di non sentire messo in discussione il proprio valore e la propria persona.

Ecco perché accade che una terapia di coppia incoraggi sempre e implichi, in parallelo, un lavoro di consapevolezza personale – e, talvolta, una psicoterapia personale, se indicata, rappresenta la risorsa cui fare riferimento, in parallelo o in alternativa alla terapia di coppia, quando le tematiche personali di un partner portano a comportamenti particolarmente disfunzionali, emozioni dolorose e intense e convinzioni rigide e pervasive tali da richiedere uno spazio di elaborazione dedicato e individuale.

Conclusioni

In una coppia in crisi, ascoltare per comprendere può fare la differenza tra separazione e riconciliazione. La terapia di coppia offre strumenti fondamentali per trasformare una comunicazione conflittuale in una comunicazione empatica e costruttiva. Attraverso la regolazione emotiva, la consapevolezza di sé, l’empatia e la creazione di uno spazio di dialogo sicuro, le coppie possono iniziare a rimarginare le ferite e ritrovare una connessione autentica. L’ascolto empatico non è, quindi, solo un atto di generosità verso l’altro, ma una scelta intenzionale che può trasformare profondamente la relazione.

AlessandroCiardi
Psicologo, Psicoterapeuta Milano

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