Dialogare con gli adolescenti: l’arte della connessione attraverso la Compassione

La domanda sorge spontanea, spesso accompagnata da un sospiro di frustrazione: “Perché è così difficile parlare con mio figlio adolescente?” Se vi siete posti questa domanda, non siete soli. Il dialogo con gli adolescenti può sembrare un percorso a ostacoli, dove le parole diventano barriere invece che ponti. Ma c’è una buona notizia: comprendendo alcuni meccanismi fondamentali, possiamo trasformare questa sfida in un’opportunità di crescita reciproca.

Il Cervello Adolescente: una rivoluzione in corso

Per capire perché il dialogo con gli adolescenti può essere così complesso, dobbiamo prima comprendere cosa sta accadendo nel loro cervello. Durante l’adolescenza, il cervello attraversa una fase di profonda riorganizzazione, paragonabile a un cantiere in piena attività. Le aree deputate al controllo degli impulsi e alla regolazione emotiva sono ancora in fase di sviluppo, mentre il sistema limbico, responsabile delle emozioni, è particolarmente attivo.

Questo significa che quando nostro figlio sbatte la porta della camera dopo una discussione apparentemente banale, non sta necessariamente “facendo i capricci”. Il suo cervello sta letteralmente processando le emozioni in modo diverso dal nostro. Ma cosa possiamo fare noi genitori?

Qui entra in gioco un elemento sorprendente: la nostra capacità di regolazione emotiva è fondamentale, quanto, se non più importante, di quella dei nostri figli. Quando rimaniamo calmi di fronte a una provocazione, non stiamo solo dando il buon esempio: stiamo letteralmente aiutando il cervello del nostro adolescente a regolarsi.

La teoria polivagale, un approccio innovativo alla comprensione del sistema nervoso, ci spiega perché questo accade. Il nostro stato di calma o di agitazione si “contagia” attraverso sottili segnali non verbali. È come se fossimo due strumenti musicali: quando uno vibra, l’altro tende naturalmente a entrare in risonanza.

Ma come possiamo mantenere la calma quando ci sentiamo provocati, ignorati o sfidati? Qui emerge un paradosso interessante: per essere davvero presenti per i nostri figli, dobbiamo prima essere presenti per noi stessi. La compassione verso noi stessi come genitori non è un lusso, ma una necessità.

Consapevolezza e amorevolezza per se stessi

Quando ci giudichiamo duramente per ogni errore o reagiamo con senso di colpa a ogni difficoltà, creiamo un clima emotivo teso che i nostri figli percepiscono immediatamente. Al contrario, quando accettiamo che la perfezione genitoriale non esiste, creiamo uno spazio di sicurezza emotiva dove il dialogo autentico può fiorire.

La compassione verso noi stessi ha un effetto sorprendente: più siamo gentili con noi stessi, più diventiamo capaci di vera empatia verso i nostri figli. Non si tratta di abbassare gli standard o di rinunciare ai limiti necessari, ma di creare uno spazio emotivo dove sia possibile essere autentici e vulnerabili.

Quando un genitore riesce a dire “Mi dispiace, ho reagito in modo esagerato” o “Anche per me questa situazione è difficile”, non sta mostrando debolezza, ma sta insegnando attraverso l’esempio l’arte della comunicazione autentica e della riparazione delle relazioni.

Il percorso verso una comunicazione più efficace con i nostri adolescenti inizia paradossalmente da noi stessi. Richiede la volontà di guardare dentro di noi, di riconoscere i nostri trigger emotivi e di sviluppare nuove capacità di regolazione e presenza.

Non è un percorso facile, ma è profondamente trasformativo. Quando impariamo a combinare la regolazione emotiva, il dialogo adulto e la compassione verso noi stessi, creiamo le condizioni per una connessione autentica con i nostri figli adolescenti.

Vi invito a osservare le vostre interazioni quotidiane con i vostri adolescenti attraverso questa nuova lente. Come cambierebbe la vostra risposta se, prima di reagire, vi concedeste un momento di gentilezza verso voi stessi? Cosa accadrebbe se, invece di cercare di “aggiustare” ogni situazione, creaste uno spazio di ascolto autentico?

La sfida della comunicazione con gli adolescenti può diventare un’opportunità preziosa di crescita personale e di approfondimento del legame familiare. È un viaggio che richiede coraggio, pazienza e la disponibilità a vedere le difficoltà non come fallimenti, ma come gradini verso una comprensione più profonda.

Questi temi verranno esplorati in profondità nel corso “Genitore 3.0: Comunicare, Connettersi, Crescere con gli Adolescenti”, dove attraverso incontri pratici e teorici, scopriremo insieme come trasformare le sfide della genitorialità in opportunità di crescita reciproca.

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AlessandroCiardi
Psicologo, Psicoterapeuta Milano

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